I raggi di un caldo sole primaverile, hanno accolto le tante persone ( forse duemila) che questa mattina hanno partecipato alla riapertura ufficiale del Santuario della Trinità, a 1300 metri di altitudine, nel territorio del Comune di Vallepietra, dopo i sei mesi di chiusura invernale. Sul piazzale antistante il santuario, sono giunte man mano, provenienti soprattutto dalle provincie del Lazio e dal vicino Abruzzo, numerose “compagnie”, ognuna delle quali preceduta dallo stendardo con la raffigurazione delle “Tre Persone della Trinità” . Sono poi entrate poi nel piccolo eremo per venerare la sacra immagine della Trinità, impressa dall’XI secolo su una parete di roccia, ripetendo il consueto gesto di strisciare la mano destra sulle pareti della grotta in segno di penitenza e cantando antiche salmodie, ispirate a quanto sarebbe avvenuto in quel luogo oltre mille anni fa. Si narra che un uomo, mentre intento a coltivare il suo terreno nel sovrastante Colle della Tagliata, vide i due buoi che trainavano l’aratro cadere nel vicino precipizio. Accorso sul limite del baratro sicuro della morte dei buoi, li vide invece in posizione quasi di venerazione davanti all’immagine della Trinità, comparsa improvvisamente sulla parete della vicina Grotta. La riapertura del santuario, è stata anche l’occasione per ricordare quanto avvenne a Vallepietra il 1 maggio 1944. Soldati tedeschi in ritirata da Cassino, minacciarono la fucilazione di numerosi abitanti del paese, se non fosse stato rivelato il luogo dove sarebbero stati tenuti nascosti alcuni militari americani. Intervenne l’allora parroco, don Salvatore Mercuri, il quale convinse i tedeschi a ritirare la minaccia, avendo assicurato loro che nessun soltanto americano si trovava a Vallepietra. Lo scorso anno sono state circa 500 mila le persone che dal 1 maggio al 31 ottobre (giorno di chiusura del Santuario), hanno raggiunto il luogo sacro, agevolate dalla sistemazione della strada provinciale che risale per 12 chilometri da Vallepietra, oltre che dal funzionamento dell’ostello “Giovanni Paolo II”, dall’ampliamento dei parcheggi e delle aree di sosta, nonché dall’attivazione di nuovi servizi per il pellegrini e dallo speciale trasporto per disabili dal piazzale dei parcheggi al santuario.
(Fabrizio Lollobrigida)