Cosi’ in una nota la Conferenza dei sindaci dell’Ato2. “Il Sindaco di Albano, Nicola Marini, ha illustrato un documento, condiviso da altri Sindaci, sulle criticita’ e violazioni delle norme sul Sistema Idrico Integrato (SII), rendendo evidente in tutti i passaggi le ripercussioni negative che l’operazione avrebbe sulle casse comunali e sulla erogazione del servizio. I Sindaci- continua il comunicato- hanno quindi chiesto la revoca delle Delibere della Giunta regionale (nn. 56, 129 e 152/2018) che hanno modificato l’ATO2 e creato il nuovo ATO6 ed hanno chiarito i motivi della loro contrarieta’ alla ridefinizione degli Ambiti territoriali ottimali (ATO), motivi di opportunita’ politica, di rispetto della normativa vigente, di valutazione delle ripercussioni sulle altre situazioni e dei rischi insiti in un simile precedente”.
“Premesso che la Delibera n. 152 e’ stata adottata due giorni prima delle elezioni regionali del 4 marzo 2018, i Sindaci hanno fatto presente la carenza di motivazione rispetto alla scelta operata della Regione di modificare e costituire il nuovo ATO. Questione pero’ ormai tardiva perche’ non vi sarebbe il tempo per una nuova convocazione della Conferenza, con l’approssimarsi della scadenza del 7 maggio. I Sindaci- prosegue la nota- hanno sottolineato che non vi e’ stato un confronto con la Regione, che non li ha coinvolti direttamente in un percorso condiviso, ma informati a decisione presa, agendo unilateralmente, senza sentire preventivamente gli Enti locali, compreso il CAL (Consiglio delle Autonomie Locali), comitati e associazioni, in difformita’ e in contrasto con le disposizioni in vigore su un bene primario pubblico, non privato, come l’acqua.E’ ancora piu’ grave che una questione cosi’ complessa e che coinvolge interessi diffusi non sia stata demandata per competenza al Tavolo tecnico per la ripubblicizzazione del Sistema Idrico Integrato di ATO2, costituito a gennaio di quest’anno e operativo proprio sul tema dell’acqua e composto proprio dai Sindaci dello stesso ambito! La Giunta inoltre e’ intervenuta con un atto amministrativo, mentre la costituzione di un nuovo ambito deve avvenire per legge, con l’acquisizione del parere della Commissione consigliare”.
“E’ stato ribadito che la creazione del nuovo ambito non tiene conto ne’ del criterio provinciale (non potendosi costituire un sub Ato provinciale), ne’ di quello idrografico (Comuni geograficamente vicini e che utilizzano le stesse fonti). Questo provoca una frammentazione territoriale non ripagata in termini di vantaggi economici e non supportata da una valutazione sulle economie di scala delle varie infrastrutture idriche, carente la pianificazione e programmazione degli investimenti sul territorio, anche per la mancata previsione di norme attuative. Sotto l’aspetto economico- spiega ancora il comunicato- si addossano ai Comuni, fin dal momento della costituzione del nuovo ATO, un debito milionario con il ‘vantaggio’ di perdere l’introito del canone pagato dal gestore a fronte di un aumento delle tariffe per gli utenti.
Sul nuovo ATO 6 si scaricherebbero i costi di investimento effettuati da ATO2, mentre peggiorerebbe la qualita’ dell’acqua che sarebbe pompata dai pozzi, mentre oggi, in gran parte, arriva nelle case dei cittadini direttamente dalla sorgente. Meno acqua sorgiva e fondi, piu’ debiti e tariffe piu’ alte”. “I Sindaci chiedono, al di la’ delle azioni burocratico-legali decise dalla Conferenza, di dialogare e confrontarsi politicamente con la Regione, di concordare l’avvio di forme di partecipazione reale. Nell’ATO2 di Roma la Conferenza dei Sindaci e dei Presidenti delle Province hanno confermato ACEA SpA soggetto affidatario del SSI per il tramite di Acea ATO2 SpA.
E’ una societa’ di capitali individuata attraverso un affidamento diretto e al suo capitale sociale partecipano tutti gli Enti locali appartenenti all’ATO2. Il capitale sociale ammonta a euro 362.834mila possedute da Acea SpA, Comune di Roma, Comuni dell’ATO 2 Lazio Centrale, Provincia di Roma. Acea ATO 2, con circa 3.7-3.9 milioni di abitanti e 112 Comuni, e’ l’ambito piu’ grande d’Italia. Le fonti di approvvigionamento sono 210, con circa 10.000 km di rete idrica e 361 milioni di metri cubi di acqua erogata. Con la costituzione dell’ATO 6 si stima un ambito di circa 500 mila abitanti. Puo’ darsi che il disegno della Regione sia quello di non restare in ACEA e cambiare gestore, ma un nuovo disegno geopolitico degli ATO, tra Roma e Frosinone, che interessa decine di Comuni e migliaia di abitanti e/o utenti- sottolineano i sindaci- deve passare per i territori e non essere calato dall’alto, con una operazione verticistica decisa quando Zingaretti – prima del voto del 4 marzo 2018 – aveva la maggioranza in Consiglio regionale. Dopo le elezioni la situazione politica e’ cambiata e per fare un passo avanti e’ necessario che tutti gli attori locali siano protagonisti. E’ chiaro che qui la politica regionale ha tenuto in scarsissima considerazione gli interessi dei territori e dei Sindaci e che d’ora in poi e’ importante il consenso delle realta’ locali. Come e’ chiaro che l’ATO6 e’ un nuovo soggetto a cui assegnare personale dirigenziale a carico della collettivita’- conclude la nota- senza avere garanzie di ricevere in cambio un servizio equilibrato, economico, efficiente e di qualita’ per gli utenti”.