A far notare la contraddizione è la Fiepet di Bologna che chiede all’amministrazione comunale di colmare questo vuoto normativo dell’ultimo Dpcm.
«Mentre alle 18 i bar e le enoteche sono costrette a chiudere con la vendita per asporto (per l’ultimo Dpcm), tale attività rimane possibile ad esempio in negozi alimentari, minimarket, e supermercati dove è possibile comprare esattamente gli stessi prodotti». Una contraddizione che Fiepet (Federazione pubblici esercizi aderenti a Confesercenti a Bologna), fa notare e che sottolinea «un’assoluta inadeguatezza dell’utilizzo del codice Ateco per selezionare» le attività che devono o no subire le restrizioni dovute alla pandemia da coronavirus.
«Continuiamo ad avere segnalazioni da nostri Associati costretti alla chiusura che tante piccole attività alimentari, soprattutto nel centro storico di Bologna, vendono per asporto, quasi esclusivamente bevande alcoliche a basso prezzo, creando assembramenti, abbandono di bottiglie per strada, bivacchi e come si legge sulla stampa in questi giorni non sono dotati di servizi igienici per i clienti», sottolinea la Fiepet. Federazione pubblici esercizi aderenti a Confesercenti fa un’appello all’amministrazione comunale di Bologna per intervenire e per colmare il vuoto normativo e «limitare la vendita di asporto di bevande alcoliche dopo le 18 in queste strutture ed in maniera particolare il divieto di conservare in frigorifero le bevande che le rendono subito utilizzabili».
Come prevede il Dpcm, la vendita con consegna a domicilio è consentita senza limiti di orario ma «chiediamo di verificare che il Delivery preveda realmente la consegna a domicilio e non la consegna in piazze e strade come purtroppo a volte ci viene segnalato», conclude la Fiepet.
Inviato da Dubbio