CARSOLI - Patente ritirata al comandante dei vigili. Bracco (SI): «sindaco chiarisca e lo rimuova»


Il sindaco di Carsoli faccia chiarezza sul caso della patente ritirata al comandante dei vigili Stefano Zazza.
Lo chiede il consigliere regionale di Sinistra Italiana Leandro Bracco in merito all’episodio accaduto lo scorso 29 marzo quando Zazza si trovava in moto sulla Tiburtina nel territorio del Comune di Riofreddo quando, per via di alcuni sorpassi, è stato individuato dai militari dell'Arma della Compagnia di Subiaco che, come nelle loro prerogative, gli hanno chiesto di fermarsi e accostare.
Il comandante non solo non si è fermato ma ha continuato la propria corsa sul bolide a due ruote, lanciandosi in una specie di fuga disperata.
Una volta arrestata la sua corsa, secondo alcune ricostruzioni giornalistiche, non avrebbe nemmeno avuto parole improntate alla cordialita' per i Carabinieri che in quel momento stavano solamente svolgendo il proprio mestiere.
Zazza non era in servizio, e stava percorrendo questo tratto per provare una sua moto.
A questo punto Bracco chiama in causa il primo cittadino: «davanti al ritiro della patente che ha subito il Comandante - prosegue Leandro Bracco - l'amministrazione comunale di Carsoli avrebbe dovuto quantomeno prendere una posizione nei confronti del dirigente di polizia locale. La prefettura gli ha ritirato la patente per un mese e cinque giorni concedendo dei permessi lavorativi».
La richiesta di Bracco al primo cittadino di Carsoli e' perentoria: «l'avvocatessa Velia Nazzarro, sindaco della comunita' carseolana da circa due anni, ha il dovere di esprimersi su quanto accaduto ma soprattutto si deve comportare, come mi auguro, in maniera terza. Il comportamento che ha avuto il comandante dei vigili di Carsoli - comportamento verso il quale non può esistere indulgenza alcuna - e' ingiustificabile. Se il tutto infatti passasse sotto silenzio, che esempio verrebbe dato alla collettività? Confido sul fatto che il sindaco Nazzarro faccia prevalere la ragionevolezza e il buon senso. In gioco, per l'ennesima volta, vi e' la credibilità delle istituzioni».

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