E già nella chiesa romanica di Panico e verrà ufficialmente presentato il prossimo 25 aprile il 'Crocefisso della Liberazione', opera di suor Maddalena Malaguti.
“L'immagine del Cristo sofferente, perchè si carica degli errori dell'umanità”, precisa il parroco don Aldemo (nella foto) , “vuole rappresentare la liberazione dell'uomo dai pesi del peccato e dai muri in cui si è rinchiuso e, reso libero dai tanti fardelli che l'opprimono, si avvii verso il nuovo giorno senza l'ingombrante catena ai piedi del recente passato”.
A don Aldemo si deve la vitalità della parrocchia che fu voluta e amata dai famosi conti di Panico, grandi feudatari locali dell'XI - XII e XIII secolo, e la riorganizzazione del magnifico edificio religioso nel rispetto della sua struttura originaria è tale da riavvicinarlo al suo splendore medievale.
La bella immagine del crocefisso è di fattura 'locale', come avrebbero certamente gradito i contemporanei del contado dei Panico. La rappresentazione del Cristo sofferente è opera dell'eremita Suor Maddalena che ha scelto una vita in solitudine a Mongardino, tale da ravvicinare la sua esistenza alla preghiera e alla volontà del Padre.
I due religiosi, don Aldemo e suor Maddalena, hanno trovato un sentimento comune di rappresentazione che l'artista ha saputo tradurre in immagine. Immagine che il parroco di Panico mostra con vero piacere e che si incentra nella frase ai piedi del Cristo 'Ego Vici Mundum ( Io ho vinto il mondo)'.
“ E Cristo ha vinto il mondo con il seme della fede da Lui portato in terra e che ha prodotto fedeli e campioni di carità”, dice il parroco. Don Aldemo fa poi notare che nei riquadri che attorniano il Cristo in croce è raffigurato, tra gli altri, Padre Kolbe che, con il sacrificio della vita offerta per 'risparmiare' dal furore nazista quella di un padre di famiglia, ha vinto la prigione di Auschwitz . “Fra i rappresentati anche papa Giovanni Paolo II che ha abbattuto l'altro muro voluto dagli uomini”, precisa don Aldemo. Poi fa notare l'angelo dell'Apocalisse che ricorda il male originale generato dall'indifferenza e pone l'attenzione sulla coda nera del serpente che se ne va e porta con sé la guerra.
Ma le novità per il bell'edificio religioso non sono finite qui. Il prossimo 9 settembre la chiesa sarà riconsacrata dopo un riqualificante intervento di rinnovamento strutturale, voluto per riparare ai danni lasciati dall'occupazione tedesca nel periodo bellico che trasformò la chiesa in quartier generale, obitorio e ospedale da campo. Non mancarono episodi di 'sfregio' alle suppellettili e agli arredi religiosi.
L'edificio è ora stato dotato di un nuovo 'altare-mensa' che riutilizza i capitelli originali, quelli del 1.000 cari ai Panico, e ha il piano di nuova fattura realizzato in un unico blocco di pietra di cava. Ricomposto anche lo scranno in pietra dell'arciprete e 'la panca' che lo completa. Anche in questo caso sono stati utilizzati i bassorilievi originali del 1300 e completate le strutture con componenti 'in pietra' che copiano fedelmente gli originari. In pietra anche il nuovo tabernacolo che ricompone in modo splendido l'immagine dell'area principale dell'edificio religioso dedicato al sacrificio della Messa.
E' un vero gioiello dell'arte e dell'architettura romanica, patrimonio storico del nostro territorio che non tutti conoscono.