La valle del Reno una bella addormentata nell'Appennino o una brutta dimenticata ?


Piange certamente il piatto della viabilità della Valle del Reno. La sua arteria principale, la statale e la ferrovia Porrettana sono ormai due 'vecchie decrepite' incapaci di assolvere le esigenze quotidiane di un numero notevole di comunità e di rispondere alle aspettative di una presenza artigianale - industriale un tempo invidiabile. Terminato il periodo 'felice' dell'ottocento quando per casi fortuiti e per rispondere ad esigenze non solo locali, la vallata si trovò all'avanguardia con la prima statale di fondovalle che assicurava una viabilità di una rapidità eccezionale per l'epoca e una eccellente ferrovia, strutturalmente tanto ardita da essere presa a modello. Ma si sa la 'fortuna' è bizzarra e fa presto a voltare le spalle. E alla valle del Reno la fortuna ha voltato le spalle. Ora è uno 'spezzatino' caratterizzato da tentativi di adeguamento alle esigenze attuali e a inspiegabili blocchi come il nodo di Casalecchio, il tratto Vergato Sasso Marconi, il mancato adeguamento della ferrovia che generosamente si presta e aspetta di dare la sua struttura a una metropolitana di superficie. Basterebbe il raddoppio del binario e Bologna diventerebbe la vicina di casa per tutti la vallata.
Sembra impossibile l'indifferenza con cui tutto ciò è accaduto e la rassegnazione con cui è accettato .


Abbiamo incontrato il presidente dell'Unione dei Comuni dell'Appennino bolognese, Romano Franchi ( nella foto) , perchè la sua funzione e il suo ruolo gli permette certamente di avere un quadro selle dinamiche in atto su questa importante materia.

Indiscrezioni raccontano di incontri per organizzare la richiesta di una nuova Porrettana tra Vergato e Sasso Marconi. Cosa è avvenuto ?


All'incontro hanno partecipato l'Unione dei Comuni, la Città Metropolitana e Anas. L'obiettivo è quello di avere un 'intervento manutentivo straordinario e incisivo' per dare una migliore scorrevolezza all'attuale Porrettana nel tratto Vergato-Sasso Marconi e garantirne l'utilizzabilità in buona sicurezza, anche con l'allargamento della strada dove è necessario. Si sta cercando di pianificare il modo, i tempi di procedere e reperire le risorse necessarie”.

Una nuova realizzazione che completi gli attuali tronconi non colmerebbe un ritardo incomprensibile?

Su questo tratto c'è ritardo. Negli anni '80 si proponeva un progetto ambizioso di rifacimento che per Marzabotto presentava addirittura due ipotesi di attraversamento. Una in galleria a nord del caseggiato e uno in destra Reno a Canovella. Oggi dobbiamo essere più realistici.
La valle non è dimenticata e fra le novità vi è il finanziamento di 2,5 milioni per la prosecuzione della pista da Sperticano a Riola ( Patto per Bologna) a cui si dovrà innestare anche la pedo-ciclabile di Bassa Velocità della Valle del Setta il cui finanziamento di 5 milioni arriverà al termine dei lavori della Direttissima”.

Le Valli del Reno e del Setta sono ormai note per il disinteresse generale. Emblematico il nodo di Casalecchio. Sembra quasi che tutto ciò faccia parte di un disegno programmatico visto il silenzio delle amministrazioni pubbliche .

Assolutamente no. La soluzione del nodo di Casalecchio è fondamentale per le due valli. L'intervento sarà adeguato se prevede anche l'interramento della linea ferroviaria e il raddoppio dei binari da Casalecchio a Sasso Marconi e a Marzabotto come previsto nel 'vecchio piano regionale dei trasporti', per dare alla linea la funzionalità di metropolitana”.

Non ritiene che la carenza infrastrutturale sia una delle cause della mancata ripresa produttiva nelle valli del Reno e del Setta, benché la si annunci a a livello nazionale ?

Nella media e nella alta valle ha pesato molto. Le infrastrutture sono molto importanti per mantenere in loco le aziende, ma non sono le uniche a garantirle. Occorrono anche politiche industriali che facciano rimanere il lavoro in montagna: servizi e politiche industriali attente e che investano. Fra le belle novità la realizzazione della 'banda larga' in Appennino. A Sassatello stiamo ultimandola”.

C'è quindi speranza per le vallate ?

Dobbiamo sperare. Il nostro Appennino ha molte risorse, la prima delle quali è quella umana: gli abitanti sono bravi e attenti lavoratori. Ha inoltre tante opportunità: quella agricola e l'agriturismo. E un turismo sostenibile dal punto di vista ambientale su cui i comuni stanno lavorando “.

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