VALLE ANIENE - Un'insopportabile rapina legalizzata, così definisce gli aumenti dei pedaggi Sinistra Italiana


Con questi ennesimi aumenti si toglie a chi lavora, studia o sta male per dare al ricco e potente concessionario.
Con questi termini Sinistra Italiana Valle dell'Aniene ha stigmatizzato i rincari che si sono nuovamente abbattuti sulle tasche degli automobilisti a capodanno.
"Il governo Gentiloni permette alle società private concessionarie di tratte autostradali di aumentare il costo del pedaggio. L’aumento medio nazionale è del 2,74%, ma alla Strada dei Parchi, concessionaria di A24 e A25 che attraversano una delle aree più colpite dalla crisi economica e da ripetuti terremoti, il rincaro è del 12,89%, a fronte di un aumento dell’inflazione dello 0,9%".
Una tegola che continuerà a cadere sulla testa dei cittadini della Valdaniene ad "ogni Capodanno, almeno per altri 12 anni, fino al 2030, anno di scadenza della concessione alla Strada dei Parchi, società per azioni costituita nel 2002 da Benetton e Toto, dal 2011 interamente controllata dalla Holding del Gruppo Toto".
Società che non se la stanno passando male, dato che "negli ultimi anni sono transitati sulle due autostrade tra i 150.000 e i 200.000 veicoli al giorno", afferma SI, che prosegue: "tanti governi hanno steso un tappeto rosso ai concessionari di autostrade:gli è stato permesso di pagare il corrispettivo della convenzione, circa 800 milioni di euro, a rate annuali, cioè con i soldi dei pedaggi dei cittadini (Contratti di convenzione del 2001 e del 2009, governi in carica Berlusconi II e IV). Tutti sono bravi con i soldi dei cittadini! Allora l’A24 e A25 non potevano rimanere all’ANAS e con i pedaggi finanziare opere di manutenzione e nuovi interventi? A che serve il privato se non investe fondi propri?
gli è stato permesso di fare aumenti annuali calcolati sull’inflazione e sul ristoro degli investimenti realizzati dalla concessionaria: ma se la società fa investimenti coi soldi dei pedaggi e non coi propri, i cittadini pagheranno un pedaggio sempre più alto! (Contratti di convenzione del 2001 e del 2009, governi in carica Berlusconi II e IV).
gli è stato permesso di affidare fino al 60% dei lavori “in house” a società controllate o collegate (2009-2013); tale percentuale è stata poi ridotta al 40% a partire dal 2014. Ad esempio la “Toto costruzioni generali” ha eseguito i 258 milioni di lavori delle complanari per la Strada dei Parchi, di cui il gruppo “Toto Holding” detiene il 100% delle azioni. (DL 207/2008, governo Berlusconi IV. Nonostante il Codice degli appalti (DLgs 50/2016) avesse portato tale percentuale al 20%, per i concessionari di autostrade è stata prorogata per due anni la percentuale del 40%, ora confermata dalla legge finanziaria 2018, governi in carica Renzi e Gentiloni)
gli è stato permesso con l’articolo 5 dello Sblocca Italia di chiedere e ottenere la proroga delle concessioni in atto, cosa che ha fatto trasalire la Commissione europea, che nel maggio 2017 ha deferito l’Italia alla Corte di Giustizia dell’Unione europea per aver prorogato la concessione della tratta Civitavecchia-Livorno, invece di fare una nuova gara d’appalto (art. 5 del DL 133/2014, governo in carica Renzi)
gli è stato permesso di fare i lavori di messa in sicurezza antisismica dei viadotti della A24 e A25) (che la Strada dei Parchi ha dato in house alla Toto costruzioni) con le rate annuali di concessione del 2015 e 2016 (per un totale di 112 milioni di euro), rinviandone il pagamento al 2028, 2029 e 2030 e probabilmente ottenendo anche qualche anno di proroga della concessione che scade il 31-12-2030. (art. 52 quinques del DL 50/2017, governo in carica Gentiloni)
La scelta di privatizzare l’A24 e l’A25 è stata proficua per il concessionario privato, ma svantaggiosa per i cittadini e la piccola e media impresa locale. L’A24 doveva migliorare la mobilità degli abitanti tra Roma, L’Aquila e Pescara, e portare benessere ai loro territori. Con l’affidamento della gestione a Strada dei Parchi Spa, iniziata l’1-1-2003, l’A24 ha dissanguato i cittadini e strangolato le economie locali. In pochi anni da fattore di sviluppo è diventata concausa della crisi demografica e socio-economica della valle dell’Aniene e delle aree interne dell’Appennino abruzzese.
Sinistra italiana chiede ai sindaci della valle dell’Aniene, alla Raggi, sindaca della Città metropolitana e quindi anche dei cittadini che usano i caselli di Tivoli, Castel Madama e Vicovaro; a Zingaretti, presidente della Regione Lazio; a Gentiloni, presidente del Consiglio ancora in carica di assumere concrete misure (ad esempio il potenziamento delle attuali forme di riduzione tramite telepass introducendo un abbonamento annuale al 50%) affinché l’aumento del pedaggio autostradale non sia applicato o sia ridotto al minimo per i pendolari che per studio o lavoro utilizzano l’A24 i giorni feriali, per i malati con patologie gravi e croniche che necessitano di cure ricorrenti presso ospedali di Roma città, per gli autotrasportatori e per le società di trasporto pubblico, in modo da evitare rincari anche dei prezzi dei beni e dei servizi.
Siamo convinti, però, che per risolvere il problema alla radice si devono rivedere le scelte di privatizzazione delle tratte autostradali. Per questo chiederemo al futuro Parlamento di abrogare le norme che favoriscono le società private concessionarie e di istituire una commissione parlamentare d’inchiesta sulle concessioni autostradali in atto, sul rispetto degli obblighi contrattuali da parte dei concessionari, sulla congruità o meno degli aumenti annuali per giungere o ad applicare le adeguate sanzioni, o a ricontrattare gli impegni del privato, inserendo regole che tutelino i pendolari, o a disdire le concessioni e ripubblicizzare la gestione delle tratte autostradali. 
Dopo l’ubriacatura liberista, a cui ha ceduto anche il Pd, e che ha portato più ricchezza ai poteri economici, meno lavoro e più precarietà, servizi più scadenti ma più costosi ai cittadini, è tempo di riaffermare e attuare i principi costituzionali di uguaglianza sociale, di primato della politica - intesa come tutela degli interessi generali della comunità – sull’economia privata, anche riguardo al diritto alla mobilità e al costo dei pedaggi".

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